Un attacco alla nobiltà? Le leggi eversive della feudalità
Uno dei primissimi provvedimenti operati dal governo napoleonico al suo arrivo a Napoli fu l’abolizione della feudalità. Le leggi feudali rappresentavano il prologo di ogni altra riforma, di riordino dello Stato: abolendo i diritti giurisdizionali e proibitivi si compiva il passo decisivo per la creazione di uno «stato moderno e un'amministrazione efficiente», poiché «feudalità ed antico regime formavano un nesso indissolubile», infatti i precedenti tentativi di un riordinamento dell'amministrazione e della giustizia erano falliti proprio perché «urtava[no] contro l'esistenza dei poteri e degli abusi feudali» 1 . La legge del 2 agosto 1806 trionfalmente proclamava: «la feudalità con tutte le sue attribuzioni resta abolita. Tutte le giurisdizioni sinora baronali, ed i proventi qualunque che vi siano stati annessi, sono reintegrati alla sovranità, dalla quale saranno inseparabili» 2 . Mostrandosi così come la definitiva risoluzione della questione feudale che da lungo temp